L’estate giunge lentamente al termine e cominciano a presentarsi le prime sagre dal sapore autunnale, quelle belle, quelle che, oltre allo spirito di festa ed alla voglia di condividere sorrisi, sono pregne di tradizioni che tutti gli anziani ricordano con piacere, gli adulti cominciano ad apprezzare ed i più piccoli, per quanto curiosi, ancora non riescono a comprendere.
Una delle tradizioni più antiche che la nostra zona conosce riguarda la festa del Biscotto di San Michele che si tiene ogni 29 Settembre a Sant’Angelo d’Alife.
Sulle propaggini del Matese, nei pressi di Sant’Angelo d’Alife, vi è una piccola grotta dedicata all’Arcangelo Michele, dove da tempo immemorabile, il 29 settembre di ogni anno, si celebrano i riti in onore di San Michele Arcangelo.
Le origini di questa festa sono un misto di riti pagani e religiosi che vedono affondare le proprie radici nell’era longobarda e che gli abitanti del luogo hanno adottato e reso parte integrante della loro vita. La tradizione prevede che il Biscotto di San Michele sia venduto o donato ai partecipanti della festa in cambio di un’offerta; viene compiuto, poi, un pellegrinaggio verso la vicina grotta di San Michele Arcangelo con, come vuole la tradizione, i biscotti ai polsi dei partecipanti.
Questo biscotto, con la sua storia millenaria, è un interessante esempio di sopravvivenza di un antichissimo culto offertuale-propiziatorio in favore della divinità protettrice locale.
Il Biscotto di San Michele era, inoltre, utilizzato come un pasto veloce e gustoso nei giorni successivi alla festa e come “talismano” protettivo contro il male che i bambini mettevano al collo o alle braccia.
È incredibile come ad un alimento così semplice, derivato da ingredienti “poveri” e comuni, sia attribuita una tale importanza mistica. La preparazione del Biscotto di San Michele è la medesima della maggior parte dei “taralli” della zona: farina di grano tenero, acqua, semi di finocchio selvatico e “criscito” (lievito) vengono trasformati in un impasto cilindrico che viene prima scottato in acqua bollente, che conferisce in superficie un aspetto più levigato, e poi viene cotto nel forno a legna ( da cui “biscotto”, cioè “cotto due volte”).
La Festa del Biscotto di San Michele viene spesso avvicinata al più famoso Oktoberfest tedesco sia perché cadono entrambi nello stesso periodo sia perché i canonici brezel germanici hanno una preparazione molto simile a quella del biscotto di Sant’Angelo.
A rafforzare questa ipotesi basti notare che, il nome brezel deriva dal latino braccellum, piccole braccia, ricordate dalla tipica forma ripiegata a croce che ne denota la sua origine-funzione rituale. Inoltre, esattamente come accade per il biscotto di Sant’Angelo, che viene infilato sulle braccia, anche il brezel viene indossato dai partecipanti al rito, tenuto appeso al collo.
La Festa del biscotto di San Michele, come ogni anno, cade il giorno 29 Settembre e speriamo che questo speciale abbia accresciuto la vostra curiosità verso questa festa e verso questa prelibatezza.
Buona lettura: Il Tarallo di San Michele.
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